La malattia mentale non è una colpa

Successo per la camminata di sensibilizzazione su questo tema

Nella malattie mentali lo stigma è un punto chiave. Cosa significa stigma? É un’etichetta negativa che caratterizza questo genere di malattie. “È la condanna sociale, la colpevolizzazione, il sostenere che questi disturbi non hanno rimedio e sono pericolose, e, per chi soffre di questi disturbi come spesso per le loro famiglie significa vergogna, senso di colpa, necessità di isolarsi. O sparire. Significa negare la dignità di malattia alle malattie mentali, farne molte volte un problema di cattiva volontà quando, per esempio, nella più comune di tutte, la depressione, la prima capacità che si annulla è proprio la forza volontà.” Gli animatori della Cooperativa sociale “Si Può” hanno introdotto descrivendo la percezione nella società delle malattie mentali la camminata promossa proprio per sensibilizzare la cittadinanza. La Cooperativa dal 1997 la Cooperativa si occupa di questo settore  gestendo a Montecchio la Comunità al Castelletto, alcuni appartamenti protetti e una serie di progetti di inserimento lavorativo, di facilitazione, di inclusione sociale e di sostegno individuale per soggetti affetti da patologia mentale grave. Il contrario dello stigma è la conoscenza. Lo sport o comunque l’attività fisica può essere un canale importante per far scoprire le problematiche legate alle malattie mentali ed è mezzo per operare l’integrazione delle persone che soffrono di questi disturbi considerati dagli psichiatri una nuova pandemia con un incremento delle diagnosi allarmante. Soprattutto tra i giovanissimi: i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 2023 contano un 10-20% di bambini e adolescenti colpiti, con il 75% delle malattie psichiatriche che insorge prima dei 25 anni e la metà che dà sintomi entro i 14. L’obbiettivo della Cooperativa sembra essere stato centrato. “Camminando Si Può”, una camminata di circa cinque chilometri con partenza ed arrivo dal campo sportivo di Montecchio, ha raccolto 280 adesioni, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Un tracciato ad anello accessibile a tutti che segue il percorso lungo il fiume Oglio e la pista ciclabile della Vallecamonica fino al River Bar dove è stato offerto un ristoro. Un clima di festa con tante famiglie, con al seguito numerosi bambini, coinvolte nell’iniziativa. Organizzazione che ha retto questa lusinghiera partecipazione grazie all’apporto di numerosi volontari e volontarie e al Gruppo di Protezione Civile del Comune di Darfo.  Il ricavato della manifestazione, patrocinata dal Comune di Darfo e dal CSI Vallecamonica, sarà utilizzato per le attività proposte dalla struttura per pazienti che la frequentano, dai laboratori alle uscite degli utenti del Castelletto.

Share this post
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp