Questa è una settimana piena di pensieri e progetti. Il progetto vero genera azioni concrete, altrimenti è come fosse monco. È lo sport ad insegnarlo, perché ci si allena per realizzare ciò che s’immagina: un punto, un goal, un canestro, un salto… Il 20 novembre si è celebrata la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Anche quest’anno, il CSI ha contribuito alla redazione del 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio dei diritti dei minori in Italia.
Per quanto ci riguarda, ossia direttamente l’attività sportiva generativa di benessere, il rapporto evidenzia che, seppure i benefici dello sport siano riconosciuti anche scientificamente, circa 1 bambino su 5 nell’età compresa fra i 6 e i 10 anni non pratica sport e nel 30% dei casi le ragioni sono di tipo economico. Già dopo la scuola primaria i bambini cominciano ad allontanarsi dalla pratica sportiva continuativa e aumenta il numero dei giovani sedentari; permane l’annoso problema dell’abbandono sportivo in età precoce e soprattutto nel periodo dell’adolescenza.
Per questo, chiederò al prossimo Consiglio nazionale del CSI, che dovrà definire le linee del bilancio preventivo 2024, di proseguire il consistente investimento economico a favore delle categorie giovanili, in tutte le forme e le modalità necessarie per contrastare sedentarietà e abbandono. Rilanceremo progetti e campionati, tornei e proposte, che possano coinvolgere minori e famiglie in una dimensione gioiosa e inclusiva dell’esperienza sportiva continuativa.
Sabato 25 novembre, si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La cronaca dice che si tratta di una giornata necessaria. Occorrono leggi, ma ancor più cultura e educazione. Per questo, proprio sabato 25 novembre, proporrò al Consiglio nazionale l’istituzione di un gruppo di lavoro con alcune rappresentanti del Consiglio nazionale, dei Comitati territoriali e regionali, della Presidenza nazionale, affinché si elaborino proposte che facciano scendere in campo anche il CSI in questa sfida che è di tutte e di tutti. Occorrono codici e procedure, ma soprattutto proposte educative che favoriscano relazioni, nel rispetto e nella libertà.