Nello sport “educare” è come vincere uno scudetto

La riunione del Consiglio Nazionale del Coni di lunedì scorso ha conseguito due obiettivi importanti: l’approvazione del bilancio e delle indicazioni generali, vincolanti, per le modifiche degli Statuti delle Federazioni e degli Enti di Promozione Sportiva.
Sono inoltre stati riconosciuti due nuovi Enti di Promozione Sportiva regionali; ed oltre a chiederci il perché di tale apertura, non si comprende dove porterà questa nuova evoluzione del sistema sportivo. Vedremo nel tempo: potrebbe essere una bella novità, come il contrario.

Davvero indigesta, però, è arrivata, per certi versi attesa ed affatto per altri, una presa di posizione di alcune Federazioni che hanno puntualizzato su un presunto comportamento scorretto di alcuni Enti di Promozione Sportiva. La denuncia è forse giusta, ma ho subito chiesto di fare chiarezza sulle generalità dei soggetti, perché non è più il tempo delle enunciazioni “di sistema” che generano un clima di sospetti reciproci, dannosi per tutti, senza nemmeno aiutare a capire quali siano i nodi da sciogliere o meglio i comportamenti da correggere.

Ritengo fondamentale che si lavori tutti insieme per la tutela di questo sistema sportivo che, in 80 anni di libertà e spirito di servizio, ha portato l’Italia a livelli molto importanti sia quantitativi che qualitativi.

Perdonate se calco ancora l’accento su quegli aspetti educativi e formativi, non direttamente collegati ai risultati sportivi, ma che contribuiscono a cementare, attraverso l’attività sportiva, una società solidale e capace di costruire nuovi modelli sociali di pacifica e laboriosa convivenza, al servizio delle comunità reali sui territori.

Non mi sembrano risultati meno importanti di qualsiasi scudetto o medaglia, di qualsiasi forgia e metallo.

Questo è il tempo del dialogo, per quanto nella necessaria franchezza, di regole certe e di sanzioni altrettanto sicure per chi non le rispetta. Come Csi siamo pronti sia a confrontarci, sia a tutelare le attività delle nostre associazioni sportive.

Un ultimo appello, poi, oltre le supposte scorrettezze anonime. È assai grave che questo sistema sportivo sta perdendo i volontari – colonne di una gran parte del sistema stesso – che non riescono più a reggere in questa giungla di leggi ed obblighi e che spingono tante generose persone a dire basta: non possiamo permetterci di perderle.

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