Generosità, coraggio e visione per proseguire il cammino

Sugli esiti dell’Assemblea Nazionale Csi di metà mandato, svoltasi lo scorso weekend a Roma, molto si è già scritto e molto si continuerà a scrivere anche nei prossimi giorni, perché è stato un momento davvero importante e per certi aspetti decisivo. Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono presentati all’appuntamento, dimostrando il consueto e prezioso spirito di servizio, sapendo di sacrificare alcuni giorni per dare il proprio contributo alla riflessione sul bilancio dell’attuale mandato, sull’analisi del presente e sulla preparazione del futuro.

Grazie a tutti loro e grazie anche a coloro che avrebbero voluto ma non hanno potuto partecipare, purtroppo in alcuni casi per ragioni di salute. Cogliendo appieno il significato di questo appuntamento, l’Assemblea si è espressa attraverso un lavoro intelligente e capillare.

Il dibattito e il confronto non sono mancati e lo dimostrano le ore di riflessione e condivisione dedicate alle diverse relazioni e ai gruppi di lavoro. Al termine ne sono scaturiti tre documenti che, sottoposti alla votazione dei presenti, sono stati approvati a larghissima maggioranza, due con pochi voti di astensione e nessun voto contrario e uno all’unanimità.

Per me, che partecipo alla vita del Centro Sportivo Italiano ormai da molti anni, questa è stata anche la riscoperta della bellezza di incontrarsi, di fare notte parlando – in gruppi spontanei, più o meno numerosi, più o meno eterogenei – dei problemi che stiamo vivendo e delle prospettive per il futuro dell’Associazione.

Abbiamo iniziato così nel migliore dei modi un anno straordinario che coincide con gli 80 anni di vita del Csi, con l’avvio del ciclo di rinnovamento (in parte) e conferma (nella restante parte) dei dirigenti a tutti i livelli, nel rispetto della democraticità della vita associativa. È emerso chiaramente che accettare di avere un ruolo di responsabilità nel Csi, nei Comitati, nelle Regioni o nel settore Nazionale, significa caricarsi sulle spalle il peso di un cammino che, per quanto prestigioso, è irto di difficoltà e problemi da risolvere. Anche se i problemi da affrontare non sono minimamente paragonabili a quelli che ebbero i primi dirigenti dei tempi della rinascita dell’Associazione, nel 1944 e nei primi anni del Dopoguerra, siamo consapevoli che alcune sfide sono davvero difficili da affrontare. Servono forza, coraggio, visione prospettica. E tanta generosità.

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