Mi chiedo spesso quale possa essere lo sguardo dei bambini sulla nostra società, sul mondo che li circonda. E penso a quanto spesso vengono da noi lasciati nelle paure, e nell’ansia.
Gli adulti sanno poco di quello che pensano i bambini perché non spendono mai troppo tempo per “ascoltarli” davvero, con il cuore prima che con l’udito. Eppure sarebbe assai importante fermarsi un attimo a riflettere, per chiederci cosa stiamo trasmettendo, con l’esempio e con i fatti concreti, ai piccoli di oggi che saranno i grandi di domani: i nostri interlocutori principali, i nostri sostegni, la sede delle nostre speranze.
Forse un’isola felice in questo senso c’è: sono le società sportive dove vi sia una particolare cura del settore giovanile.
Non tanto per allevare dei futuri campioni e magari, dopo averci lavorato, fare cassa, ma per dare ai bambini la possibilità di stare insieme, giocare, conoscersi, imparare a solidarizzare. Perché possano vivere con gioia questa meravigliosa esperienza umana che è la vita. Lo sport, quando è gioco, se vogliamo, è l’ambito che più risponde alle prospettive dei piccoli: gli educatori, gli allenatori, ovvero tutti coloro che si dedicano all’attività sportiva, hanno spesso un rapporto con i bambini che altri non hanno.
La scienza, lo studio dei comportamenti sociali, le analisi economiche riconoscono l’importanza dello sport, quale collante sociale fondamentale, capace di attivare la condizione di benessere psicologico e fisico, sia individuale, sia collettivo.
Sappiamo che attraverso la pratica sportiva si può fare tanto bene, con benefici per tutti. Ci si potrebbe aspettare perciò un grande impegno generale per la diffusione della pratica sportiva ovunque nel Paese: sostegni, impianti, contributi, formazione e altro ancora. Invece, purtroppo, ancora oggi, lo sport è nelle pagine secondarie delle agende di chi ha il compito di guidare le nostre comunità.
Insieme con tanta, doverosa, attenzione dedicata alla salvaguardia dell’equilibrio ecologico mondiale, sarebbe importante far decollare la sensibilità per la salvaguardia dell’equilibrio umano interiore.
Credo che manchi soprattutto questo: l’equilibrio interiore, possibile solo nella condivisione e nel confronto con gli altri. Dove porti invece la solitudine dei ragazzi e dei giovani lo stiamo vedendo sempre più spesso, con risultati a volte drammatici.