Adolescenti e sport: un amore complicato

Torniamo a ragionare sugli adolescenti insieme agli allenatori in formazione di calcio e pallavolo. L’ultimo appuntamento con i corsi di formazione infatti è dedicato al complicato rapporto tra sport  e adolescenti; lo faremo insieme a Paolo Erba che un paio di mesi fa ci aveva aiutato a riflettere sul rispetto delle regole e gli adolescenti. Un incontro che nel teatro dell’oratorio di Piamborno aveva richiamato parecchi educatori e, soprattutto, aveva avviato un’interessante riflessione. Ci riproviamo martedì 26 marzo alle ore 20:15 nel teatro dell’oratorio di Cividate Camuno incontrando gli allenatori e tutti gli educatori o i genitori interessati. Il tema per noi è centrale nel definire il cammino del CSI nei prossimi anni; da alcune stagioni il calo nelle categorie degli adolescenti è marcato, poi passata una certa età i ragazzi ritornano a fare sport. Vogliamo riflettere e capire il perché aiutati da un professionista che conosce molto bene il mondo dell’adolescenza.  Perché i nostri adolescenti fanno poco sport? C’è una pluralità di motivazioni; la scuola ad esempio non ci aiuta molto, qualcosa si sta muovendo in senso positivo ma sempre molto a rilento e senza risorse. Per fortuna le società sportive diffuse sul nostro territorio mettono una pezza a questa situazione promuovendo l’attività sportiva. Poi è la nostra cultura sportiva che spinge i ragazzi ad essere spettatori più che protagonisti. Mentre nelle categorie giovanili (Under 8,10 e 12) i dati sono confortanti e in continua crescita quando un ragazzo matura il senso critico e valuta la proposta sportiva allora iniziano i problemi. Le occasioni per fare sport sul nostro territorio sono parecchie ma ad un certo punto l’adolescente abbandona, è il fenomeno del drop out. Sulla ricerca delle motivazioni che spingono ad un abbandono precoce è impegnato da alcuni anni il CSI Nazionale. Secondo alcuni studi una delle cause principali è la disillusione prodotta da aspettative troppo elevate dell’atleta in erba o dei suoi genitori. Il fiorire di scuole calcio è frutto di queste illusioni che, se non ci sono bravi educatori, portano poi ad una rinuncia quando il ragazzo scopre che non può diventare un campione. Attenzione anche alla percezione dell’impegno sportivo degli adolescenti.  I giovani sono piuttosto critici sui modelli sportivi del passato, rifiutano l’agonismo esasperato, chiedono maggiore libertà, meno regole e impegno. Siamo chiamati a dare delle risposte a proporre modelli sportivi meno “formali”, più divertenti e stimolanti, in grado di competere con le molteplici offerte di una società che è cambiata profondamente. L’incontro e confronto di martedì 26 marzo può essere un primo passo nella costruzione di questa proposta sportiva a misura di adolescente, per questo è importante partecipare.

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