Verso le Assemblee elettive con coraggio e motivazioni

Non c’è condizione peggiore, per chi ha responsabilità pubbliche, che dover lavorare nell’incertezza delle norme fondamentali. Con sollievo, e con molte speranze, ci avviciniamo perciò alla seduta del Consiglio Nazionale del Coni di lunedì prossimo, 22 aprile, dal quale verranno sanciti i principi ispiratori per gli Enti di Promozione Sportiva che dovranno essere attuati in funzione dell’adeguamento dei rispettivi Statuti. Da lì partiremo per avviare la revisione del nostro Statuto e consentire così il rinnovamento associativo sulla base di norme finalmente chiare. Ne abbiamo bisogno perché l’Associazione vive un momento di straordinaria attività, dimostrata dall’incredibile adesione alle diverse manifestazioni, ma al contempo si avverte anche il bisogno di rinnovamento e di nuova carica. Sarà perciò un anno speciale, quello che ci attende, e che permetterà lo svolgimento delle Assemblee elettive, proprio l’anno dell’80° compleanno.

Un anno di chiamata in causa, di riflessione sul perché del nostro impegno all’interno del CSI e sull’Associazione per come la immaginiamo occupare, nel futuro, gli spazi sportivi, sociali e culturali che si è conquistata nel tempo e che sono la base per un servizio vero, magari poco riconosciuto, ma fondamentale. Il rinnovo degli incarichi e delle responsabilità associative è sempre l’occasione per una riflessione sulle motivazioni del nostro impegno. Senza ipocrisie dobbiamo avere il coraggio di guardarci dentro e capire se vogliamo continuare a lavorare per il CSI perché crediamo nella forza complessiva di questa Associazione e nel suo fondamentale ruolo nella società italiana, un ruolo rimasto importante dal 1948 ad oggi. Dobbiamo avere il coraggio di capire se abbiamo voglia di dedicarci al CSI oppure se ci aspettiamo che sia il CSI a servire, in qualsiasi modo, ai nostri scopi personali. Gli allarmi attorno a noi, a volte vicini, a volte più lontani, sono preoccupanti. Evito di parlare di eventi mondiali spaventosi e mi fermo al bisogno che i giovani hanno di trovare in noi un punto di riferimento. Anche quello che sta succedendo al mondo giovanile ci pone più di un interrogativo. Con lo sport, con la formazione, con l’educazione possiamo fare tanto. Bisogna sapersi mettere in gioco. Bisogna aver voglia di offrire il proprio servizio.

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