Quelle nuove norme che stritolano lo sport di base

Nel mondo dello sport per tutti, sta accadendo che le norme in vigore, tese a fare ordine nel lavoro e nella trasparenza fiscale di ogni attività, finiscano nel far danni laddove nessuno aveva intenzione di provocarli.

Un piccolo esempio che può sembrare banale: alcuni arbitri, che operano con i nostri Comitati, ci hanno segnalato di doversi fermare poiché quei pochi euro ricevuti come rimborso spese (per il viaggio e l’arbitraggio) finiscono per far perdere loro i sostegni previsti dallo Stato per chi improvvisamente si trova senza occupazione. 

È arcinoto che i nostri arbitri non sono dei professionisti e che arbitrano una o due partite a settimana, ricevendo rimborsi che coprono, sostanzialmente, i costi della trasferta. Sono riconoscimenti che servono per equilibrare e garantire la continuità ad un impegno che altrimenti sosterrebbero solo le persone di medio-alto benessere.

Chiaramente non c’è cattiva volontà nell’applicazione delle norme di cui ho parlato, ma è evidente a chi conosce l’Associazionismo sportivo di base che anche tali circostanze infliggono colpi pesanti alla gestione dell’attività.

Dietro l’angolo c’è sempre la tentazione di gettare la spugna e di ritirarsi a vita privata, e non dover ricorrere continuamente a patronati, Caf, commercialisti…

Tutto ciò comporta anche l’affossamento di tante buone intenzioni.

Che fine faranno, di questo passo, le attività sportive dei giovani? Che fine fanno le sbandierate intenzioni di fare prevenzione sanitaria e promozione umana attraverso la pratica sportiva? E dove finiscono le enormi potenzialità educative e formative che tutti, a parole, attribuiscono allo sport? Questo ingranaggio, fatto di una miriade di regole e regolette, sta stritolando tutto e tutti.

Ho già avuto modo di segnalare la situazione di crescente disagio al Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che non si è mai sottratto al confronto e che incontrerà gli Enti di promozione sportiva prima di fine mese. Ma quanta fatica! Stiamo lavorando sulla difensiva, quando invece dovremmo avere la possibilità di offrire tutte le nostre potenzialità per realizzare azioni di ulteriore e sempre più capillare diffusione dell’attività sportiva.

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