Positivo il giudizio dei mister sugli adolescenti

Prosegue l’esplorazione del mondo adolescenziale del CSI Vallecamonica. Un cammino intrapreso insieme agli allenatori e ai dirigenti delle società sportive e condotto in collaborazione con Paolo Erba. Il secondo incontro, inserito nella formazione degli allenatori, è stato ospitato nel teatro parrocchiale di Cividate Camuno. Un po’ meno presenze rispetto alla tappa di Piamborno ma comunque c’è interesse intorno a questo tema. In questa occasione si voleva capire quale tipo di rapporto c’è tra gli adolescenti e lo sport, rapporto complicato. Il relatore ha proposto una serie di situazioni concrete coinvolgendo i partecipanti con sondaggi volanti e un’interazione sui diversi aspetti trattati. Sugli adolescenti gli allenatori hanno un giudizio in gran parte positivo come confermano i termini usati: educati, energici, timorosi, vivaci, esuberanti, insicuri. E nello sport trovano uno spazio dove sentirsi importanti; per questo quindi è fondamentale la collaborazione con tutte le realtà educative. L’obbiettivo è quello di costituire una comunità dove anche i genitori, ad esempio, diventano utili allo sport. Tra i temi toccati da Paolo quello della paura che negli ultimi anni interessa il mondo dell’adolescenza. “Lo sport è una possibilità incredibile per eliminare questa percezione emotiva che può portare alla violenza; si può litigare ma usando la testa e le parole.” Nell’introduzione si è parlato del rapporto difficile con lo sport che migliora nelle attività di squadra dove un ragazzo/a vive esperienze più lunghe rispetto alle discipline sportive individuali, diventa una continuità positiva. Altro ruolo fondamentale dello sport è quello di antidoto all’uso di sostanze. “Nei giovani c’è un’attenzione spasmodica al corpo anche tra i maschi, ragionando con i ragazzi si può far capire che i risultati sportivi si ottengono non utilizzando sostanze ma con l’allenamento, con il confronto continuo”. Poche parole ma significative; gli allenatori non sono obbligati ad essere sempre buoni. La severità è significativa e va usata insieme ad un’azione che fa capire ai ragazzi dove hanno sbagliato. Per questo, in una sorte di guardie e ladri, devono essere stabilite delle regole: poche, chiare, rispettabili, rispettate e condivise. Una parte del confronto è stato dedicato al comportamento con i ragazzi/e che fanno più fatica all’interno del gruppo. “Bisogna motivare la persona a stare nel gruppo, attenzione a non fare con loro delle figuracce, migliorare la sfida fissando degli obbiettivi raggiungibili e costituire un’alleanza nella squadra”. Importante in questo inserimento è il “terzo tempo” che diventa un’opportunità educativa. In questi tempi i giovani sono spesso presi dall’ansia, da attacchi di panico, c’è la sensazione di non potercela fare. Deve essere bravo l’allenatore a distrarre l’adolescente, usando con saggezza anche l’ironia. Ma diventa importante anche l’aiuto di uno psicologo dello sport, uno spunto per un incontro da inserire nel prossimo corso allenatori. Serata molto interessante, ricca di idee e, soprattutto, una conferma del livello di attenzione educativa raggiunta dai nostri allenatori.  A colpire è stata la maturità educativa dei mister presenti alla riunione, ma che è presente anche in tante altre realtà assenti a Cividate Camuno, che rende abbastanza tranquilli sul futuro del rapporto tra lo sport del CSI e gli adolescenti.

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